Dopo una mattinata dedicata alle “folli” compere nei piccoli bazar
turistici di Addis Abeba, abbiamo terminato la nostra permanenza
nella capitale etiope con un pomeriggio dedicato alla tranquilla
condivisione dell’esperienzae alla verifica generale delle attività.
Automuniti,
poi, di estremo coraggio e senso dell’umorismo abbiamo deciso di
affrontare il piatto tipico della città: la pizza. A
sorpresa l’esperienza si è rivelata meno traumatica del previsto
(sicuramente merito anche dell’onnisciente Padre Bernardo che ci ha
consigliato la pizzeria migliore).
Terminate le ultime pulizie
della struttura e la preparazione degli zaini è venuto il momento dei
saluti e dei regali rivolti a chi, in questi giorni, ci ha aiutato ed
accompagnato: quindi un gigantesco GRAZIE alle Suore delle due missioni,
ad Abram e Jonas (i nostri fantastici autisti), a Marco e Grazia (le
guide che tutti vorrebbero avere) e a Padre Bernardo.
Quest’ultimo
ci ha lasciati con un discorso molto chiaro semplice e diretto, come
solo un missionario che è vissuto trent’anni in Africa può fare: “vieni,
vedi e poi decidi” ci ha detto, perché ora che abbiamo visto, che siamo
entrati in contatto con quella realtà, non possiamo più
essere indifferenti. Il continente nero e l’Etiopia hanno bisogno di noi,
ma non di un nostro ritorno (almeno non nell’immediato): il mandato che
Bernardo ci ha dato è stato quello di “dare voce” a questi popoli, essere
attivi testimoni della loro semplicità, immensa accoglienza, forti
tradizioni, incrollabile fede e bisogno di aiuto. Perché, ci ha detto,
questo popolo non ha solamente bisogno di aiuti materiali ma anche e
soprattutto di attenzione ed esempi.
Ed ora che siamo sul pullman
del ritorno, dopo aver passato le ultime ventuno ore a viaggiare, in
questa serata di pioggia (alla quale dopo venti giorni ci eravamo proprio
disabituati) che già vede alcuni soffrire dei primi sintomi da “mal
d’Africa”, non possiamo fare a meno di chiederci dove questo mandato ci
porterà.
Buona Strada.
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